Wahrheit Macht Frei
La verità rende liberi
Uno studio su "La morte e la fanciulla"
di A. Dorfman
Regia di Paolo Panizza
con Antonella Voltan e Carlo Randazzo
assistente alla regia Simona Medolago
spazio scenico Paolo Panizza
lighting designer Federica Piergiacomi
video Edmondo Annoni
“Edipo non poté sopportare la vista delle sventure che aveva causato con la propria ignoranza, si cavò gli occhi e, cieco, partì da Tebe. [..] Per colpa della vostra incoscienza la nostra terra ha perso, forse per secoli, la sua libertà e voi gridate che vi sentite innocenti? Come potete ancora guardarvi intorno? Come potete non provare raccapriccio? Siete o non siete capaci di vedere? Se aveste gli occhi, dovreste trafiggerveli e andarvene da Tebe!”
– Milan Kundera, l’insostenibile leggerezza dell’essere
La pièce porta l’azione in un paese non precisato in cui è appena caduta una dittatura ed è stata instaurata la democrazia. Una casa isolata, eremitica che già di per sé è un “no” secco a una chiassosa città, a una società mascherata. I protagonisti sono: Gerardo Escobar, dissidente del precedente regime, e Paulina Salas, moglie di Gerardo, vittima di torture e abusi sotto la dittatura. Due corpi che ontologicamente vivi cercano e “si creano” una “propria” verità. Attraverso il ricorso al video, è presente in scena anche l’ombra dell’aguzzino di Paulina: il passato che non la abbandona mai. In questo magma emergono dialoghi serrati che come una danza prendono sempre più ritmo facendo nascere riflessioni su temi come la verità, la menzogna, il passato e il futuro, il perdono, la giustizia e la pace sociale, la civiltà e la violenza; ma dove risiede la verità? Dove vive la giustizia? Quali limiti non bisognerebbe oltrepassare per far venire alla luce la verità?