Acciaio Liquido - Trailer
ACCIAIO LIQUIDO
“Siedo sulla schiena di un uomo soffocandolo, costringendolo a portarmi. E intanto cerco di convincere me e gli altri che sono pieno di compassione per lui e manifesto il desiderio di migliorare la sua sorte con ogni mezzo possibile. Tranne che scendere dalla sua schiena.”
(L. Tolstoj- Che fare?)
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“Quattordici vite spezzate. Sette morti, sette ancora vivi, ma segnati per sempre per non avere avuto il coraggio di dire No.
Libertà, Giustizia, Futuro, Identità e Verità, tutti temi imbastiti con un filo sottile e poco resistente. Così si cuce il vestito dell’uomo contemporaneo, fragile, impaurito che vive nonostante tutto, ma incastrato, immobilizzato dalla Paura”
Lo spettacolo ha come punto di partenza un fatto realmente accaduto.
Nel dicembre del 2007 in un’acciaieria di Torino, si scatena un incendio in cui perdono la vita sette operai. Una tragedia che tocca nel profondo l’Italia intera, in cui le “Morti Bianche” hanno smesso da tempo di fare notizia. Una disgrazia figlia della ricerca e del profitto ad ogni costo, di una burocrazia ottusa e inutile, di leggi sulla sicurezza spesso ignorate.
Sei dirigenti, con a capo l’amministratore delegato, vengono processati e condannati al massimo della pena. Il gruppo siderurgico offre una cifra da capogiro - mai vista in un processo penale del lavoro - per evitare che le famiglie delle vittime si costituiscano parte civile, e ottenere così, grazie all’accordo, uno sconto di pena. Ma il tentativo della multinazionale di uscire al riparo dall’opinione pubblica fallisce miseramente.
La messinscena, costruita in cinque blocchi, mostra le due facce di ogni soggetto preso in esame, quello ufficiale (l’abito) e quello umano. Gli Operai, i Dirigenti, i Parenti delle vittime, tutti su di una grande giostra in cui il moto continuo svela i diversi volti “Yin-Jang” di ognuno. Chi guarda può percepire che la verità non è un qualcosa di univoco, ma di inafferrabile.
Non si può, non si riesce a trovare una risposta. E la verità si trasforma in dubbio.
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Ideazione, adattamento e regia
di
Lara Franceschetti
Drammaturgia di Marco Di Stefano
con
Federica Armillis - Angelo Colombo - Andrea Corsi - Paolo Garghentino
Giovanni Longhin - Francesco Meola
Claudio V. Migliavacca - Giuseppe Russo
assistente alla regia Paolo Panizza
scene e costumi Maria Chiara Vitali
disegno luci Giuliano Bottacin
video Massimiliano Gusmini (Mud) - otolab 2012